Via col vento 1. Il regno del cotone by Margaret Mitchell

Via col vento 1. Il regno del cotone by Margaret Mitchell

autore:Margaret Mitchell [Mitchell, Margaret]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Classics, Sagas, Historical, Civil War Era
ISBN: 9788836249367
Google: utuPEAAAQBAJ
editore: Gallucci
pubblicato: 2022-09-29T22:00:00+00:00


5

Erano le dieci del mattino. La giornata era calda per aprile e attraverso le tende azzurre delle ampie finestre la luce dorata del sole inondava la stanza, traendo un luminoso chiarore dalle pareti color panna e riflessi di vino rosso dalle profondità dei mobili di mogano. Il pavimento luccicava come fosse di vetro, tranne dove spiccavano le gaie chiazze di colore dei tappeti di pezza.

C’era già l’estate nell’aria, quel primo accenno dell’estate della Georgia, quando l’onda piena della primavera cede a malincuore a un calore più intenso. Un mite tepore fluiva nella stanza, denso di fragranze vellutate, portando profumi di fiori, di verde novello, di terra umida rivoltata di fresco. Dalla finestra Scarlett vedeva l’allegro tumulto delle due aiuole di narcisi che costeggiavano il viale di ghiaia e le masse dorate del gelsomino della Carolina, coi loro sottili fusti fioriti allargati pudicamente verso il basso, come crinoline. Mimi e ghiandaie, infervorati nella antica faida per il possesso della magnolia sotto la sua finestra, bisticciavano, stridule e astiose le ghiandaie, dolci e malinconici i mimi.

Una mattina così gloriosa di solito la invitava a incrociare le braccia sul largo davanzale della finestra e inebriarsi dei profumi e dei suoni di Tara. Ma quel giorno non dedicò al sole e all’azzurro del cielo che un rapido pensiero. Grazie a Dio, non piove! Sul letto c’era, ben accomodato in una grande scatola di cartone, l’abito di seta moiré verde mela, con guarnizioni di pizzo écru. Era pronto per essere portato a Twelve Oaks, dove l’avrebbe indossato quella sera per il ballo. Ma non gli lanciò che un’occhiata distratta. Se tutto andava come doveva andare, quella sera l’abito sarebbe rimasto nella scatola. Ben prima dell’inizio del ballo, lei e Ashley sarebbero partiti per Jonesboro e là si sarebbero sposati. Il dilemma in quel momento era un altro: quale abito mettere per il pranzo in giardino?

Quale avrebbe messo meglio in risalto le sue grazie e l’avrebbe resa più irresistibile agli occhi di Ashley? Era dalle otto che provava e scartava vestiti e ora se ne stava lì, in mezzo alla stanza, contrariata e irascibile, in mutandoni di pizzo, camiciola e tre ampie sottovesti di lino e trine. Gli abiti scartati giacevano attorno sul pavimento, sul letto e sulle sedie, in un arruffio di colori e di nastri.

Quello di organza rosa con la fusciacca ciclamino le stava molto bene, ma l’aveva messo l’estate precedente quando Melanie era ospite a Twelve Oaks ed era sicura che lei lo ricordasse. Magari sarebbe stata anche tanto antipatica da dirlo. Quello nero, di seta ad armatura diagonale, con le maniche a sbuffo e il colletto con applicazioni di pizzo metteva bene in risalto la sua pelle candida, ma la faceva un filino più vecchia. Scrutò ansiosamente nello specchio il suo volto di sedicenne, quasi temesse di scorgervi qualche ruga o un accenno di doppio mento. A nessun costo doveva apparire posata e matura accanto alla soave giovinezza di Melanie. Quello di mussola a strisce lavanda era bello con i larghi inserti di pizzo e il tulle lungo l’orlo, ma non era il suo genere.



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